martedì 22 aprile 2014

Addio a un grande scrittore


Ho appreso dal web che lo scorso 9 aprile è deceduto lo scrittore calabrese Saverio Strati, nato nel 1924 a Sant'Agata del Bianco (Reggio Calabria).
Proprio in questi giorni stavo rileggendomi uno dei suoi romanzi, Il Diavolaro (1979).
Ho sempre apprezzato moltissimo i libri di Strati: crudi, sinceri, schietti, rabbiosi; mi ha affascinato in particolare La Conca degli Aranci (1987), che narra di un mondo agricolo che ormai non c'è più.

Mi è dispiaciuto molto sapere che gli ultimi anni di vita di questo grande scrittore che aveva conosciuto l'emigrazione sono stati difficili; viveva quasi dimenticato e in condizioni di indigenza. Solo nel 2010 con un decreto del Governo gli era stato assegnato un aiuto economico.

Credo che leggere - o rileggere - i suoi libri sia il modo migliore, ormai che l'autore non c'è più, per onorarne la memoria. Io lo sto facendo.

buon viaggio Saverio.



venerdì 11 aprile 2014

Orto 2014 Lupolibero


La stagione ortofrutticola 2014 di Lupolibero ha avuto inizio. Abbiamo acquistato le prime piantine da orto consistenti in: pomodori, lattuga, cipolle, basilico più i miei adorati cetrioli ( foto che segue ).
La sistemazione del primo orto di quest'anno ha coinciso con la raccolta dei finocchi che avevamo piantato la scorsa estate; "non ce la faranno" - "non è terreno adatto" - "sono difficili da coltivare" ecc..: questi sono stati i suggerimenti che avevamo ricevuto in merito ai finocchi.
Abbiamo fatto orecchie da mercante e li abbiamo piantati lo stesso.
Hanno superato l'inverno e sono cresciuti. Sono orgoglioso di loro e si meritano una foto anzi due.

a noi piace parlare con i fatti
forza ragazzi!
rimozione delle erbacce infestanti
La primavera è esplosa da tre giorni anche se di notte fa ancora freddo; procediamo con il lavoro nella natura felici e contenti, ricordando che i buoni consigli sono sempre ben accetti. Il premio per essi è: una settimana di lavoro più la possibilità di raccogliere frutta e verdura.
Il premio per gli sconsigli consiste invece in tre settimane di lavoro e basta.

lunedì 7 aprile 2014

L'antica Castanìa


Ho postato una serie di scatti fatti in maniera spensierata, senza troppo impegno, del piccolo paese di Castanìa. Esso costituisce il nucleo antico e originario dell'attuale e più recente Castell'Umberto, arroccata sui Nebrodi in provincia di Messina a 670 metri d'altezza.
Castanìa fu abbandonata progressivamente a seguito di una serie di smottamenti ed eventi franosi intervenuti soprattutto alla fine del 1800. Si narra anche di un'abitazione che senza subire il minimo danno "slittò" letteralmente a valle invadendo una proprietà altrui - evento da cui nacque una curiosa contesa legale.

A parte alcune opere di ristrutturazione della chiesa e dei suoi annessi,  ben poco rimane di questo piccolo paese di contadini; molti muri costruiti pazientemente pietra su pietra sono crollati e lo stesso dicasi per tante abitazioni, vere case da presepio. Rimangono i selciati e qualche angolino rimasto illeso dalla furia del tempo.

Attualmente quanto resta del vecchio nucleo è invaso dalla vegetazione, tranne alcuni viottoli che vengono periodicamente decespugliati per consentire un minimo di turismo, rispettare la memoria storica e impedire che il tutto si trasformi in una giungla.
Il nuovo centro di Castell'Umberto sorse alla fine del 1800 in onore del principe Umberto I e possiede invece un tessuto urbano razionale ispirato alla città-giardino, nella quale è possibile rinvenire parecchie opere edilizie di epoca mussoliniana. Ma quello che ho apprezzato di più è il Parco Pineta, un autentico angolo di Trentino trapiantato qui in Sicilia - un parco tranquillo e ombreggiato da pini e abeti, che ospita animali tenuti in ottime condizioni. Non ci sono mai brutti ceffi, mai neanche una cartina di caramella per terra. E' l'area verde pubblica più pulita che abbia mai visto in Sicilia in tutta la mia vita, e come si mantenga tale per me resta ancora un mistero.

Castanìa, la sommità della torre campanaria
scarpe da lavoro
uno dei pochi angoli rimasti intatti
Quello che alcuni architetti vantano come loro trovata geniale: pietre ad aggetto esterno; nell'800 ci avevano già pensato!
un tratto di selciato ben conservato
Il monumento ai caduti posto nella vasta piazza del paese nuovo
Castell'Umberto (nuova), bassorilievi su palazzotto del Ventennio
bassorilievo di grandi dimensioni posto sull'edificio delle scuole elementari
il laghetto al Parco Pineta di Castell'Umberto
uno dei Pony allevati nel parco


venerdì 4 aprile 2014

In viaggio tra le Montagne


Questo era il più importante nell'essere là: non aver finito il mio viaggio, anzi, forse, averlo appena cominciato;
Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia


Odora di terra bagnata la campagna stamattina - odore intenso, antico come la Sicilia che ho attraversato.
Ho ancora addosso il viaggio; due giorni in bicicletta attraverso le montagne dell'interno. La catena dei Nebrodi percorsa ad alta quota lungo una pista che ho sempre temuto ( e a ragione ); poi un paese disperso tra le montagne: Cesarò; poi altre sorprese. Due giorni intensi in compagnia di Littoria, in un paesaggio agricolo che ha il sapore di altri tempi.

Sono partito da Floresta di buon mattino per dirigermi verso Portella Mitta e imboccare la pista dell'Alta Via dei Nebrodi, con l'intenzione di raggiungere il valico opposto a ovest, Portella Miraglia. Pensavo di trovare strada asciutta invece mi sono imbattuto in pozzanghere enormi causate dallo scioglimento della neve, soprattutto nei tratti in ombra - nei boschi di faggi.

condizioni della strada all'inizio del percorso; poi l'asfalto scomparirà e la pista diventerà di terra battuta

Littoria infangata all'inverosimile
La marcia rallenta tantissimo a causa di quelle stramaledette pozzanghere; mi sono trovato costretto a spingere in salita, a spingere in piano, a cercare di non cadere nelle discese; ovunque c'erano acqua e fango e neve. Prima e dopo il lago Biviere ho dovuto guadare torrenti che incrociavano la pista. La profondità dell'acqua era anche di 30 cm e ogni volta dovevo togliermi le scarpe, comunque infangate e ridotte in condizioni pietose.
Dopo Portella Biviere le condizioni del fondo sono migliorate un po' e ne ho approfittato per rilassarmi e scaricare la tensione consumando un pasto frugale.
la pista migliora (ma solo per pochi chilometri) nei pressi di Portella Biviere
rimetto per l'ennesima volta le scarpe dopo aver attraversato un torrente
pasto frugale: carne in scatola ingentilita dal succo dei miei limoni
Il fondo della pista è poi diventato asciutto per lasciare il posto a una miriade di pietre sporgenti e aguzze; la marcia come sempre è lenta, ma intorno alle 16 ho raggiunto il lago Maulazzo, a 1400 m. di quota. Dopo un'ultima salita conquisto Portella Calacudera, m.1562 e quindi ho incrociato finalmente la strada asfaltata al valico di Miraglia. E' fatta!
faggete ancora spoglie al lago Maulazzo
finalmente a Portella Miraglia; l'Alta Via è fatta!
Ho iniziato un'interminabile fantastica discesa verso Cesarò, con vedute sull'Etna tra boschi incontaminati;
alle 18 ho raggiunto il paese, dove ho passato la notte in un Bed and Breakfast.
A Cesarò non ci sono pizzerie nè trattorie, quindi ho mangiato un panino presso una specie di piccola rosticceria dove mi sono trattenuto oltre un'ora a scherzare e divertirmi con i ragazzi che la gestivano, di una simpatia straordinaria. Mi sono stordito con della birra e ho fatto ritorno all'alloggio ascoltando Can't Find My Way Home dei Blind Faith, un mio inno musicale.

iniziano 16 chilometri di discesa: non aspettavo altro!
la mole dell'Etna vista dai tornanti che precipitano verso Cesarò
i tetti di Cesarò, persa tra i Nebrodi a 1000 metri d'altezza

Secondo giorno di viaggio


Sono davvero nella Sicilia interna, quella meno conosciuta ma forse più vera. Ho ripreso il mio viaggio tra colline e montagne, incontrando solo pecore e pastori e distese verdi sterminate.
E' ancora mattina presto quando raggiungo Borgo Giuliano, un paese fantasma fatto costruire da Mussolini nel 1940 nell'ambito del vasto progetto di ruralizzazione della nazione.
Il borgo era provvisto di una scuola, di una sede del Partito, di una infermeria e di altri locali - taverna, botteghe ecc..; purtroppo la guerra e altre vicende ne decretarono l'abbandono - mi sono aggirato tra le rovine degli edifici assaporandone lo stile del regime, che in questo caso non voleva dar luogo a un'operazione di facciata, a mera propaganda, ma intendeva costruire qualcosa di utile e lo fece. Ho salutato simbolicamente in maniera romana prima di andarmene e ho fatto rotta verso l'Etna.
Borgo Giuliano, il paese fantasma
la chiesa ormai pericolante


l'edificio sede della scuola


Nell'ultima parte del viaggio ho infine raggiunto Randazzo attraverso immensi campi lavici; quindi con pazienza ho risalito i Nebrodi sino a raggiungere di nuovo Floresta.
Il viaggio si è concluso lì, l'anello si è chiuso.

Mi rimarranno di quest'esperienza: la natura assoluta dei Nebrodi; la simpatia dei ragazzi di Cesarò; i saluti della gente che mi ha visto sulla strada; e i colori e le forme delle colline dell'interno della Sicilia, che si susseguono infinite destando nel viaggiatore l'impressione di navigare in un mare verde.
Che sembra antico e un po' malinconico - bellissimo.
uno strano edificio nei pressi del Ponte Bolo, fiume Simeto
on road, anzi on railway, nei pressi di Randazzo
l'arrivo a Floresta, m.1254 - fine del tour