domenica 28 settembre 2014

Terra di sabbie nere e vento, prima parte.


Il tempo si ferma, sul deserto vulcanico.
Parla un vento che fa paura.
Non posso viaggiare con l'immaginazione,
non mi basta.


Le immagini che seguono fanno parte di una storia. Una storia di vulcani, di vento e di solitudine assoluta.
Mi è costato fatica arrivare fin qui sui Pizzi Denèri, a quasi 2900 metri di quota.
Dove l'aria è rarefatta e l'Etna si fa sentire in tutta la sua drammatica bellezza.
Questo viaggio, questo trekking di due giorni sul grande vulcano, è stato uno dei più intensi della mia vita; e io adesso lo affido a queste pagine virtuali, come affiderei una bottiglia con un messaggio al mare.
 
  Inizio la mattina presto il viaggio di avvicinamento all'Etna; attraverso le montagne dei Nebrodi, sempre affascinanti. Il tempo come si vede non è dei migliori, segno che l'autunno si sta ormai affermando.
in marcia nei dintorni di Floresta, m.1240
 
luci e ombre sui Nebrodi dopo la pioggia
 
  Mi fermo a Randazzo per i soliti rifornimenti, poi punto deciso verso la stazione sciistica di Piano Provenzana, sull'Etna nord, dove abbandonerò l'auto. Inizio a camminare sulla pista utilizzata dai fuoristrada turistici, e già dopo poche centinaia di metri i segni dell'attività vulcanica diventano evidenti.
Piano Provenzana, Etna nord - m.1820


la pista che porta ai crateri

  
  Avanzo faticosamente ma con decisione; dai fuoristrada i turisti mi guardano e mi salutano; sono appiedato con uno zaino ancora più pesante del solito: oltre a tutta l'attrezzatura fotografica questa volta si aggiungono i tre chili della tenda. L'intenzione è quella di accamparmi in prossimità dei Pizzi Denèri, dove si trova l'edificio dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. 1000 metri di dislivello totale, quindi.
  Certo il fatto di essere a piedi, libero, mi permette di fermarmi quando desidero e scattare immagini suggestive che questa parte del percorso mi regala.

Una spettacolare immagine di due crateri vulcanici spenti, 
un paesaggio che evoca il film Il Deserto dei Tartari. Sono a quota 2400.

  Continuo a salire su questa pista interminabile. I mezzi fuoristrada ridiscendono, pieni di facce contente. Passo dopo passo tocco i 2400, poi i 2500, poi i 2600. E' da questa quota in poi che scatta qualcosa, lo percepisco chiaramente. E' l'aria che cambia; è più rarefatta. Ogni 150-200 metri devo fermarmi perchè inizia leggermente a mancare l'ossigeno. I Pizzi Denèri sono ancora un punto lontano, in alto nel cielo.
Il tempo peggiora e mi trovo immerso nella nebbia, in pieno deserto vulcanico.
immerso nella nebbia in località Piano delle Concazze, m.2700
  Consulto la carta; non vedo nulla, solo una pista offuscata. Inizia a piovere; una pioggia gelida e triste. Non devo farmi prendere dall'impazienza, sarebbe un errore. Mezza giornata di fatica, di passi, di respiri affannati - uno zaino che pesa come un macigno sulle mie spalle. Dove sto andando ?

  - poi l'edificio dell'Istituto di Vulcanologia appare all'improvviso come un miraggio. Sono arrivato !
Un attimo di commozione, solo un attimo. Mangio qualcosa nei pressi della strana costruzione a cupola; porte e finestre sono di metallo, saldamente sbarrate. Busso, quasi per scherzo.
Nessuno risponde, l'edificio è deserto.

Parla solo il vento. Continuo, insistente, implacabile vento di montagna -
Sempre più forte.

Uno dei due edifici gemelli dell'Ist.di Geofisica e Vulcanologia.
Pizzi Denèri, Etna - quota 2847.

Fine della prima parte.

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