sabato 24 giugno 2017

Giugno si allontana nell'odore di un mazzo di origano selvatico.





Abbiamo raccolto dell'origano selvatico e l'ho messo ad essiccare nel locale della legnaia, dove la luce dell'alba entra da una vecchia finestra che funge da meridiana del passare delle stagioni. Quante ne avrà viste questa stanza, e questa casa ? Innumerevoli - e io sono solo di passaggio, qui. "Proprietario" è un concetto burocratico, da codice civile - in realtà la terra è solo in prestito.
Com'ero "in prestito" io nella mia vita di prima, d'altronde. Chè presso le alte sfere sentivo sempre parlare di "nostro dipendente" e di "senso di appartenenza", concetti a me alieni. Io non sono mai appartenuto a nessuno, miei cari.


L'odore dell'origano selvatico - quello forte, siciliano, è inebriante. Io ho un olfatto molto sviluppato; vivo di odori e associo ad essi episodi o intere fasi della vita.









Le pere promettono bene, quest'anno. L'albero è strapieno e credo che a Luglio avremo un ottimo raccolto.





Mentre il sole è ancora basso all'orizzonte, mi reco alla sorgente a riempire sei bottiglie d'acqua. La radio parla di siccità in tutt'Italia, di bassi livelli dei fiumi. Fortunatamente questa fonte da cui mi rifornisco non pare averne affatto risentito: sempre acqua fresca e abbondante che fluisce h24 nell'antica vasca circolare di pietra scolpita da chissà chi.





La notte scorsa diverse piantine di pomodoro sono state danneggiate. Qualcuno ha mangiato le cime. Deve trattarsi del porcospino, è successa la stessa cosa tre anni fa. Vado a comprare nove metri di rete e la sistemo a perimetro sperando che blocchi l'incursione notturna.

"costruite ponti, non barriere", esorta qualcuno. Certo, certo... E io poi la prendo nel...


sopra: una delle sette piantine di pomodoro
danneggiate: il malefico animaletto
ha mangiato le cime


La rete appena collocata.



Ho trovato il tempo, ieri, di fare una nuotata a mare - l'unica in tutto il mese di Giugno. Non sono un grande amante del mare, ma ieri era davvero magnifico. Pace, silenzio, pochi avventori, acqua già calda e cristallina. Hanno avuto il buon senso di piazzare delle docce gratuite sulla spiaggia - gran comodità, questa.





E' ancora presto per continuare a falciare l'area del noccioleto. Avrei voglia di farlo, ma rischierei di vedere ricrescere troppa erba da qui ad Agosto. Quindi passeggio, innaffio, faccio sporadici piccoli lavori e leggo. 

Mi sono seduto vicino ai grandi ulivi che due anni fa ci hanno dato un olio speciale. Lo scorso dicembre li ho fatti potare da T.
T. è un 47enne sempre sorridente e scattante; mai lamentoso e di una gran simpatia e di signorilità. Ben diverso da tanti altri che sono passati da qui, spesso importuni e indisponenti, o profittatori e furbastri.

T. ha fatto un ottimo lavoro con i miei ulivi. Ma non ne farà altri, nè da mè nè da nessun'altra parte. Ho saputo che ha avuto un ictus lo scorso inverno. Giace semiparalizzato in un letto d'ospedale, incapace persino di parlare. E io, libero dalla sovrastruttura del quotidiano che spesso impedisce di vedere chiaramente le cose, ho intuito subito che: sono state le sigarette a distruggerlo.
T. lavorava da quando aveva 14 anni, e presumibilmente fumava (e tanto) da quell'epoca = 33 anni di fumo accanito.

Mettici la predisposizione alla pressione alta, mettici le sigarette, ed ecco che arriva il colpo.

 - che io questo non lo sto dicendo per vantarmi: 'oh, come sono stato bravo a smettere di fumare 15 anni fa' - ma è solo per ricordarci che:

- i polmoni umani non sono fatti per aspirare fumo
- non è vero, sebbene ci piaccia crederlo, che le malattie vengono sempre agli altri
- che la salute è un bene prezioso, e questo io l'ho scritto nella prima pagina di questo blog
- che quando stiamo bene dovremmo apprezzarlo e baciare per terra, invece di crogiolarci in lamentele gratuite


Brutta cosa fumare. Brutta cosa davvero.


 Il gruppo di vecchi ulivi potati da T. lo scorso dicembre.


mercoledì 21 giugno 2017

Tre magnifici link.






A coloro cui piace pascolare in internet desidero far dono di tre magnifici link. Enjoy !



IL VIAGGIO DI JAMES
Stranamente, i più bei libri di viaggio che mi sono passati sottomano, sono sempre iniziati con la frase "I quit my job" = "ho lasciato il mio lavoro, dato le dimissioni". Il racconto di James Brooman, inglese che non ne poteva più del suo impiego in banca, non fa eccezione. James non è mai stato un cicloviaggiatore, eppure sale su una bicicletta e percorre in più di un anno l'interminabile e appassionante tragitto dall'Alaska alla Terra del Fuoco.



Ho letto 'North To South' in formato digitale e credetemi: è uno dei più bei libri di cicloturismo che abbia letto in vita mia. Un vero inno all'edonismo. Un esteta che si accampa dove capita e affronta le difficoltà con enorme tenacia. Rapito, derubato, commosso di fronte al sublime, ironico dove e quando è giusto. Donne, birre, feste, balli - miserie, stenti, fatiche, lacrime. Nel libro di James c'è tutto. Un esempio magistrale di vero viaggio, quello con la V maiuscola.




IL VIAGGIO DI JONAS
Ho scoperto da poco questo magnifico blog. Jonas Pischke, tedesco, abbandona gli studi e parte in bici nel 2013 alla scoperta del mondo. Le sue pagine hanno qualcosa che le rende speciali: niente farfugliamenti e divagazioni, ma capacità di riassumere e andare al sodo, riportando i fatti salienti.
Amante della solitudine e dei deserti, come me.
Ma le foto...
Le foto sono davvero magnifiche, e lo dice uno che se ne intende.
Scelte, selezionate, elaborate al punto giusto.
Vedere per credere. Buon viaggio Jonas.




E per finire, divertiamoci un po':

LA DEMENZA E' RADICAL CHIC
Non mi sono mai iscritto a facebook, ma se proprio dovessi farlo, sarebbe soltanto per mettere mi piace a questa pagina.
Non so chi sia l'autore, ma questa non si può chiamare semplicemente e volgarmente "una pagina web come tante" - QUESTA E' ARTE !

 - il cammino di Santiago per moda; fare i vegani sempre per moda; tutto il repertorio di scemenze dei sinistroidi finti-poveri come il vestiario dimesso, la sciarpa lunga fino ai piedi, le letture ostentate di Dostoevsky, i cibi multietnici, il terzomondismo, il volontariato in Africa con i soldi di papà...-

E le foto titolate - dio che spasso: quella con la Boldrini che dice "cosa? un immigrato si è slogato una caviglia?" - o ancora la ragazza che pensa: "Agosto, tempo di darla al primo che strimpella una chitarra su una spiaggia..." - ebbene, questo e altro materiale mi ha fatto letteralmente saltare dalla sedia in preda a urla isteriche e risate liberatorie.
Grandioso, semplicemente grandioso.


Per il resto: buon Solstizio !

domenica 18 giugno 2017

Una giornata nella quiete e nella felicità.





Correnti di aria più fresca hanno allontanato il caldo torrido e opprimente. Si respira. 
Mezza proprietà falciata, l'orto sistemato, le arance irrigate, la legna a posto, le verdure in accrescimento, l'auto portata a fare manutenzione con tutta calma, le albicocche sulla tavola.
E lo stesso negozio di alimentari - sempre lo stesso - con quell'odore di salumi e formaggi misto a detersivo; quella miscela di odori che ricorda chissà perchè l'infanzia, in giro con mio nonno per una strada di Catania a fare la spesa.

E ci compro, in quel negozio, un pecorino da svenire. Che formaggi così sono dei capolavori, e chi storce il naso perchè "fa troppo odore" o è "troppo forte", scusate tanto, ma lo devo dire:
DELLA VITA NON HA PROPRIO CAPITO UN CAZZO.





L'ho capita, io la vita ? Ma ci mancherebbe, sono l'ultimo dei filosofi - lascio ques'ufficio ad altri.
Eppure, quando a fine pranzo affondo il cucchiaio in questi gelati artigianali alla nocciola, provando una sensazione sublime -

 - o quando più tardi sistemo una vecchia poltroncina semidistrutta dell'ikea al fresco sotto il pergolato, e leggo narrativa di viaggio, e bevo un tè con una fetta di limone dentro - uno dei miei limoni, e stacco gli occhi dalle pagine digitali verso la terra tutt'attorno rasata a tappeto -










Ebbene, dicevo - non voglio atteggiarmi a chi ha capito tutto della vita, di certo no. Ma una cosa, della mia vita, l'ho capita e la confermo: che non sono fatto per stare nella corsia veloce.
E me la godo, qui, con questo fresco - quest'aria profumata, immerso nel verde e nella lettura.
Consapevole che ne è valsa la pena.
Che tutto sommato, rifarei la stessa cosa.

Mentre la mia vita di una volta, nella corsia veloce, si allontana sempre più indietro - sorpassata da giornate come questa, che valgono per dieci.




mercoledì 14 giugno 2017

Giugno, poesia di luce e di dettagli.





Nei giorni scorsi mi sono ammazzato di lavoro di falciatura. La fatica in sè non sarebbe chissà cosa, il problema è il caldo che rende tutto meno sopportabile. Stamattina ho detto basta; mi sono alzato lo stesso all'alba ma con il proposito di dedicare mezza giornata al riposo. 
Non ho perso l'occasione per fare qualche decina di metri attorno alla casa con la Nikon in mano, fotografando dettagli alle 6 del mattino, allorchè la luce dorata e fuggevole rende la natura ancora più bella.


Papaveri ed erba secca miracolosamente sfuggiti 
alla falciatura (zona della vasca in disuso).



Portone di magazzino sull'area est della casa,
con cornicioni in arenaria scolpiti nell'Ottocento.



La singolare infiorescenza
della pianta di cipolla.



Questo cornicione di pietra era stato sepolto dalle immondizie
dal precedente proprietario. Lo abbiamo disseppellito
e fatto diventare una fioriera.




L'orto inizia a promettere bene: neanche una settimana
dall'averli piantati, e già i cetrioli presentano i primi fiori.



Ombra di un albero di arance.
La luce dorata dell'alba non è stata ritoccata,
dura così solo poche decine di minuti



Piantine di pomodoro Belmonte,
una varietà che abbiamo messo a dimora per la prima volta.



Tratto di antico sentiero che attraversa la proprietà.
Sulla destra, il muro di pietra da me restaurato lo scorso anno.



ALBICOCCHE !
Un albero anzianotto nei pressi della vasca
ci ha fatto questo regalo dopo anni di bassa produttività.
Non esistono aggettivi per descrivere il sapore
di questi frutti biologici al 100%



Arance Calabresi tardive nei pressi
dell'abitazione principale.



Giovanna felice di aver mangiato
e di avere noi a tiro che la foraggiamo
e gli diamo sicurezza e compagnia.



La Luna si staglia in alto su un cielo
azzurrissimo. A breve la luce dell'alba 
lascerà il posto a luce più forte in questa nuova
giornata siciliana.

sabato 10 giugno 2017

Giugno di lavori, di pane, di luce.





Il  pane, dicevo. Che ogni forma da mezzo chilo è un pezzo unico, un'opera d'arte. 

E la luce; forte, abbacinante - altra natura di luce.

Gli echi del mondo sono lontani, qui. Rarefatti. Sbarchi, invasioni, miserie, inciuci, polemiche. Non dico che tutto si annulla, ma quasi. Filtra qualcosa, da una radio. Poi è ora di occuparsi di (molto) altro. Come la tradizionale marmellata di arance e kumquat.








Sto praticando l'alzataccia mattutina. Fuori dal letto alle 5 e trenta per iniziare i lavori e sfuggire al caldo - dio se quest'anno fa caldo - 
Ho decespugliato in nove ore i settori adiacenti alla casa e destinati all'orto, allestito oggi.
Abbiamo acquistato due tipologie di pomodori: il Murano  F1 e il Belmonte Rampicante, più varie insalate, cetrioli Tasty Green, basilico, prezzemolo e sedani.





E' un anno favorevole per le nespole. L'albero vicino la vasca ne ha prodotte a quintali. Adoro il sapore essenziale e zuccherino di questo frutto effimero e colorato.





Si suda fino alle 17 circa, allestendo l'orto. Poi il sole scompare dietro la montagna e inizia a far fresco. L'aria sa di paglia - non ho parole per descrivere il profumo dell'aria, qui la sera: forse il termine giusto è "inebriante". Starei ore fuori, semplicemente a respirare.
Taglio e mangio cinque arance Valencia e dico per oggi basta
Condurre questo posto è alle volte faticoso, ma infinitamente gratificante.




Mentre scrivo queste righe mi accordo di un tramonto spettacolare e mi precipito fuori con la Nikon. Due metri e sono sul balcone. Scatto con obiettivo 35mm.
La vedete in fondo, sospesa sul mare, l'isola di Vulcano ?

Sì, gli echi del mondo qui sono davvero lontani. E francamente la cosa non mi dispiace.







lunedì 5 giugno 2017

Sicilia 2017.








Il blu è più blu. Il verde è più verde - più vero. Tutto lo spettro dei colori è più forte, più intenso, più vivo. Riapro la casa di pietra che mi ha aspettato per cinque mesi, che sembra ieri. E riconosco l’odore dei suoi muri, che volevano me, noi, come proprietari - per imperscrutabili disegni o per puro caso, forse. Si risveglia, questa casa, e sembra parlarmi appena riapro la porta di ferro sormontata dall’antico stemma scolpito nell’arenaria. Risistemo i miei oggetti e i miei vestiti nei pochi mobili essenziali. Perché qui è l’essenziale che conta. Ci aspettavano, i nostri amici gatti. E ci hanno fatto un sacco di feste; non aspettavo altro che rivederli. La sera si riempie di silenzio, e la luce della Luna illumina la vallata. La terra è arida, quest’anno. Asciutta e piena di erba alta. A breve inizierò a falciare e l’agrumeto tornerà a splendere come gli anni scorsi.



Alternerò giornate di lavoro a giornate di pausa e distensione. Poi inizierò con l’orto – chè anzi è già tardi, e credo che l’anno prossimo verrò qui ancora prima, magari a metà maggio.
Domani comprerò del pane. Del pane di qui. Che se non l’hai provato, il pane di qui, non puoi dire di aver mai mangiato vero pane. Dico davvero. E’ uno dei principali motivi per cui amo la Sicilia. Mille cose amo, di essa - e mille ne detesto. E in mezzo a quest'eterno contrasto, per adesso:

ho trovato tutto a posto, e basta per farmi felice.

Pronto per Sicilia 2017.